Ogni 7 giorni un'Idea dal sottoscritto; una brevissima sintesi di un libro che ho appena letto (o che penso sia indispensabile); in più il link ad un articolo che mi è piaciuto.

E la Citazione Finale.

Buona lettura, vs. Francesco Carlà.

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1. Il povero trader (puntata 120 del 12/06/2021)

Per citare l'arguto Premio Nobel Niels Bohr:

"Un esperto è un uomo che ha fatto tutti gli errori che sia possibile compiere, in un campo molto ristretto."

Una constatazione che mi fa venire in mente due cose sul tema del masochismo dei (sedicenti) traders:

La prima: fare tutti gli errori possibili nel trading, vuol dire ritrovarsi senza il becco di un quattrino in breve tempo.

La seconda: quindi diventare esperto nel trading significa diventare povero e venir meno ad una regola chiave dell'investitore intelligente: mai perdere capitale.

Ci rifletterei a dovere ...

Ma ecco un'altra mania dei nostri simpatici traders. Per esempio quella, ciclica e garantita, di sentirsi tutti fenomeni quando il Mercato è decisamente Toro.

Fanno molta, ed evidente, fatica a distinguere tra la loro abilità e il vento forte che soffia a favore.

Il risultato è sempre il medesimo e ricorrente: dopo aver giocherellato con somme modeste durante il periodo Toro, appena si convincono di essere bravissimi alzano la posta.

Ed esattamente in quel momento il Toro lascia il posto all'Orso.

Con esiti disastrosi sul capitale dei traders. (Vedi il recente tracollo delle Criptovalute)

Le piattaforme di trading on line, da 25 anni a questa parte, usano la solita tecnica comunicativa per attirare altri neofiti nel gorgo:

"Finalmente potrete diventare ricchi e lavorare dalle Maldive o dalle Bahamas. Spiaggia, piscina, belle auto e belle donne."

Naturalmente si scordano di precisare quanto segue:

1 Nessun trader professionista lavora dalle Maldive -ò-

2 Belle auto e belle donne, spiaggia etc, sono proprio le distrazioni che nessun trader può permettersi.

Questa comunicazione, invece, serve a due cose:

La prima: farvi pensare che il vostro attuale lavoro fa schifo e che ce n'è uno meraviglioso che attende solo voi per rendervi ricchi e felici ...

La seconda: distrarvi dall'inoppugnabile realtà che i traders fanno un sacco di operazioni (quasi tutte inutili e dannose) e su ogni operazione la piattaforma di trading guadagna sempre. Anche quando le commissioni sono "gratis".

Che si vinca o che si perda. Perchè questi sono i verbi giusti trattandosi di scommesse abilmente mascherate da investimenti.

I (pochi) traders davvero professionisti che hanno avuto successo, hanno in comune le stesse decisive caratteristiche:

1 Lo hanno fatto con i soldi degli altri;

2 Lo hanno fatto per un periodo breve;

3 Lo hanno fatto da professionisti, conoscendo alla perfezione le regole e la mentalità di un mercato molto ristretto. Come dice Bohr.

Aggiungo: conoscendo benissimo il ruolo delle agenzie di rating, dei tassi d'interesse e delle banche centrali, e l'importanza dei regimi fiscali in cui si trovano ad operare.

Ci sono tante altre manie dei traders e potrei continuare molto a lungo. Ma mi fermo qui per non infierire.

Ricordate sempre che è gioco d'azzardo e non ha nulla in comune con l'investimento.

Se nel gioco d'azzardo non riuscite a capire chi è il 'pollo', inevitabilmente il 'pollo' siete voi.

Il vero investimento è tutta un' altra faccenda. Per almeno tre ragioni principali e fondamentali:

La prima: il tempo. L'investitore guarda al medio e lungo termine. Alla Maratona.

La seconda: il modo. L'investitore fa poche e solidissime operazioni.

La terza: il metodo. L'investitore si può permettere molti errori e diventare ricco ugualmente.

Il trader è maniaco, povero e masochista. L'investitore è intelligente, ricco e rilassato.

Scegliete voi.

La virtù numero 1 dell'Investitore (davvero) Intelligente è (rullo di tamburi) la SEMPLICITA'.

Non date retta (mai) a chi propone formule astruse e "investimenti" complicatissimi.

I veri soldi li ho sempre fatti (e li farò anche in futuro ne sono certo) con idee Semplici. Attenzione: Semplici non vuol dire Facili. E men che meno: Banali.

Semplici come il mio nuovo Podcast con Lodovico: "Investitori Intelligenti"

2. Il mio libro della settimana (120)

Simone Filippetti: Un Pianeta piccolo piccolo. La fine della Globalizzazione.

(Sole 24 Ore ed.)

La Globalizzazione è davvero finita?

Certamente molte cose cambieranno (stanno cambiando) ... Ma questo libro fa luce su aspetti interessanti. Chiave. Offre una via (un metodo?) per capire meglio la complessità dei nostri tempi.

E del futuro.

Fa piacere leggere (magari lo farà anche a voi) che l'idea (e la realtà) del Simulmondo e della Finanza democratica hanno un po' ispirato Simone Filippetti.

"Nell'estate del 1982 un pescatore di perle turco scopre per caso un antico relitto vecchio di 3mila anni. Nello scafo, c'era dello stagno che veniva dall'Afghanistan ed era diretto a Micene in Grecia.

Nell'età del Bronzo, il Mediterraneo era un grande mercato unico.

La prima globalizzazione della Storia crollò perché era un sistema troppo fragile. Trenta secoli dopo, nel 2020, la Storia si ripete: la globalizzazione moderna si inceppa. Un'epidemia segna la fine di un mondo, della globalizzazione "madre e matrigna".

Un periodo storico, plasmato dalla TurboFinanza si chiude e un nuovo ordine mondiale sorgerà: è la fine della Movida Economy, dei negozi tradizionali, del lavoro in ufficio e dei ristoranti, ultima incarnazione del consumismo.

Sorge l'era della Home Economy: dalla spesa al lavoro, tutto si farà in casa.

La Società Matrix, tutti chiusi nel proprio bozzolo virtuale, sta per diventare realtà. Il Coronavirus, capace di interrompere 70 anni di pace e prosperità nel mondo occidentale, farà crollare il castello della globalizzazione costruito sul cemento, in apparenza solido, della finanza?"

3. L'articolo della settimana (120)

Molte cose stanno cambiando (e continueranno a cambiare) nel mondo dopo la Pandemia.

Le aziende, in particolare quelle farmaceutiche ed alimentari, dovranno per forza adeguarsi ai nuovi standard dei consumatori che vogliono più sicurezza e più salute.

E come dargli torto ... Il Financial Times ha pubblicato un documento interno di Nestlè sul tema:

"La grande multinazionale svizzera del settore alimentare Nestlé – famosa per marchi come Nescafé, Nesquik, Nespresso o lo snack Kit Kat – ha ammesso che più del 60 per cento dei propri prodotti alimentari e bevande più diffusi non rispettano quella che la stessa azienda indica come «definizione riconosciuta di alimento salutare».

Le valutazioni di Nestlé sono incluse in una presentazione interna circolata tra i dirigenti dell’azienda a inizio anno, parte delle iniziative adottate negli ultimi anni per migliorare la qualità dei propri prodotti, contrastare l’aumento dell’obesità e per andare incontro alla crescente esigenza di cibi più sani. Nella presentazione, che è stata vista dal Financial Times, si dice che «alcuni prodotti o categorie di prodotti non saranno mai ‘salutari’, indipendentemente dalle innovazioni apportate»."

4. La citazione finale (120)

"Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato."

(Friedrich Nietzsche)

A rileggerci il prossimo week end!

Vostro


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